mercoledì 18 aprile 2012

Il settore fotovoltaico in rivolta contro il decreto del governo

Da alcune settimane compare sui giornali la pubblicità di pannelli solari, a conferma dell'interesse da parte del mercato e della diffusione di questa tecnologia anche nelle singole famiglie. Oggi invece sul Corriere della Sera e su altri quotidiani italiani c'è una pagina intera a pagamento firmata da due società del fotovoltaico, Power-One e Enerpoint, di una lettera aperta al governo contro il decreto del cosiddetto Quinto conto energia . A Roma, davanti a Montecitorio, si è svolta una manifestazione di imprenditori e lavoratori del settore e associazioni ambientaliste «per rivedere i decreti approvati che determinerebbero uno stop allo sviluppo degli impianti».

Il governo ha varato gli schemi dei decreti ministeriali che introducono un nuovo regime di incentivazione per le energie rinnovabili. «Scopo del governo», si leggeva nella nota diffusa dai ministeri competenti, «è programmare una crescita dell'energia rinnovabile più equilibrata che, oltre a garantire il superamento degli obiettivi comunitari al 2020 (dal 26% a circa il 35% nel settore elettrico), consenta di stabilizzare l'incidenza degli incentivi sulla bolletta elettrica». Il sistema entrerà in vigore al superamento della soglia di 6 miliardi di euro di incentivi per il fotovoltaico (previsto tra luglio e ottobre) e il 1° gennaio 2013 per il non fotovoltaico. Viene inoltre introdotto un sistema di controllo dei volumi installati e della relativa spesa complessiva, attraverso un meccanismo di aste per gli impianti superiori a 5 MW e tramite registri di prenotazione per gli impianti di taglia medio-piccola (esclusi quindi i microimpianti). Il governo prevede che con un ulteriore incentivo annuo di 500 milioni la produzione di energia da fotovoltaico sarà in grado di raggiungere la parità con i costi di produzione delle altre fonti, anche non rinnovabili.

Il settore è in fermento, anzi in rivolta. A Roma le associazioni di categoria Anie/Gifi, Assosolare e Asso Energie Future, in un incontro con il governo, presentano le controproposte «contro i tagli agli incentivi e in difesa dell’unico settore che, come ha ricordato il ministro dell'Ambiente Clini, contribuirà ad aumentare l’offerta di energia coprendo il 35% dei consumi del Paese». Due i punti sui quali gli imprenditori non sono disponibili a compromessi: «Ripristino dei 7 miliardi di euro all'anno già contemplati dal Quarto conto energia per il limite di spesa cumulato per gli incentivi e l’innalzamento della soglia minima di potenza per l'accesso al registro del GSE (Gestore dei servizi energetici)».
Nella lettera aperta sui giornali, le industrie dicono che «si è detto che il fotovoltaico è il motivo principale dell'aumento delle bollette elettriche. In realtà la bolletta è salita principalmente per l'aumento del costo del gas... che in Italia costa il 20-30% in più che negli altri Paesi europei». Di fronte agli incentivi, lo Stato incassa 1 miliardo di euro all'anno di tasse sugli utili, oltre ad altre centinaia di milioni agli enti locali, e che il fotovoltaico ha fatto diminuire il prezzo dell'energia nelle ore diurne. «La lettera aperta è un'iniziativa clamorosa per portare ai cittadini il nostro punto di vista», spiega Averaldo Farri. «Non siamo a prescindere contro il Quinto conto energia, occorre trovare l'equilibrio su alcuni punti. Proseguono i nostri colloqui con esponenti governativi e sono sicuro che troveremo un punto d'intesa». «Sono d'accordo con l'iniziativa dei colleghi e su alcuni punti delle richieste al governo», commenta Angelo Bussi. «Il sistema di incentivi italiani era troppo generoso, il nuovo decreto servirà da spartiacque tra i produttori e gli installatori di qualità rispetto a quelli che vedono il fotovoltaico solo come una speculazione finanziaria».

Perché scegliere il Fotovoltaico

Il fotovoltaico permette: risparmio in bolletta, recupero dell'investimento, vendita dell'energia e rispetto dell'ambiente.

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venerdì 13 aprile 2012

La beffa della tariffa bioraria, l’energia di notte ora costa di più

Fare andare la lavatrice di notte per risparmiare sulla bolletta. Oppure la lavastoviglie, il ferro da stiro, lo scaldabagno, ma tassativamente dopo le sette di sera o prima delle otto del mattino. Si chiamano «tariffe biorarie» e sono diventate popolari dalla seconda metà del 2010. Ma ora, dopo due anni, rischiano di tramutarsi in una mezza delusione, o quanto meno in una promessa sempre più difficile da mantenere appieno. Si era partiti puntando su un progressivo incremento del risparmio in bolletta per i consumatori, dal 5% in su, e adesso ci si accorge che non sarà più possibile. Per provare a incidere con un incentivo concreto sulle abitudini di consumo degli italiani bisognerà procedere come minimo a una revisione dell’attuale meccanismo. Che cosa è successo? Che ci si è messa di mezzo una rivoluzione del mercato dell’energia. In sintesi: l’energia elettrica, nelle fasce serali, oggi non è più così a buon mercato come è storicamente stato. Anzi, in qualche caso il suo prezzo è addirittura superiore a quello delle «ore di punta », la fascia oraria tra le 8 e le 19 che va dal lunedì al venerdì e che concentra i maggiori consumi. 

Chi ha stipulato contratti «biorari» sul libero mercato o non si è mai affidato a offerte alternative a quelle previste dall’Autorità continuerà a pagare quanto previsto da ciò che ha sottoscritto (finché dura il contratto). Chi ha optato per la formula che va per la maggiore sul mercato libero, ossia quella «flat» (tutto compreso e prezzo bloccato per un periodo predeterminato), non vedrà differenze. Ma l’idea che la tariffa bioraria consenta di difendersi dagli aumenti in bolletta dovrà in qualche modo essere ripensata. E con essa anche il proposito «strategico» di cambiare il modello di consumo degli italiani. 

Ciò che è accaduto è il risultato dell’irruzione sul mercato elettrico delle energie rinnovabili, eolico e fotovoltaico. Quando vanno a pieno regime, prevalentemente durante le ore diurne e quindi di «picco», hanno diritto di precedenza su tutte le altre forme di energia. La conseguenza è che il parco delle centrali elettriche a gas, «spiazzato» dai nuovi venuti, è stato via via confinato in orari periferici, e si attiva con minor frequenza. Quando il sole tramonta si assiste a un "evento particolare", ossia che non solo vengono a mancare quasi d’improvviso le forniture di energia rinnovabile, ma che il sistema deve anche affrontare l’innalzamento serale dei consumi. Per coprirla si richiamano in servizio le centrali a gas, ma questa necessità ha un costo, infatti le aziende proprietarie delle centrali che impiegano fonti di energia di vecchio tipo sanno benissimo che hanno poche ore nella giornata per "recuperare i soldi che non sono riusciti ad ottenere di giorno", e di conseguenza aumentano i prezzi! 

Il risultato è che nel 2011, nelle ore di maggior produzione fotovoltaica (dalle 7 alle 16), l’incremento di prezzo è rimasto contenuto al 7% rispetto al 2010, mentre nelle altre ore è cresciuto del 20%. Nella fascia dalle 17 alle 21, nell’ultimo quadrimestre 2011, è stato del 30%. Lo scorso marzo si è assistito addirittura al sorpasso: il prezzo delle ore serali ha superato (93 euro/mwh contro 83) quello delle ore diurne, e ad essere colpiti sono i cittadini e le aziende che hanno concentrato i consumi di notte. Urge comunque una correzione del sistema, magari scadenzando diversamente la divisione tra ore di punta o intermedie o fuori punta. L’autorità per l’energia ci sta pensando, ma la questione è delicata perché riguarda il messaggio da trasmettere ai consumatori, e in questi tempi difficili il rischio di disorientarli è elevato. Insomma, anche se l'unione europea è protesa alla creazione di sistemi autonomi di alimentazione basati sulle fonti rinnovabili e appartenenti ai singoli cittadini, il vecchio sistema centralizzato di distribuzione dell'energia "rema contro" questa visione, caricando sui cittadini un peso eccessivo. La situazione si stabilizzerà appena usciranno sul mercato batterie economiche e dalla lunga durata? Faranno mai uscire sul mercato batterie economiche e dalla lunga durata? Vedremo come si evolverà la situazione nei prossimi mesi ed anni...

venerdì 6 aprile 2012

Cos'è il Fotovoltaico?

Il FOTOVOLTAICO è l'energia del futuro, prodotta direttamente dal SOLE a casa tua!

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Energia: megapiano Sicilia, impianti solari in aree pubbliche

(ANSA) - PALERMO, 5 APR - Terreni pubblici coltivati a ulivi e vigneti per 170 ettari alcuni a vincolo paesaggistico e idrogeologico e altre superfici, di proprieta' di aziende regionali, per ulteriori 138 mila metri quadrati sono stati individuati dalla Regione siciliana come luoghi dove potere costruire centrali energetiche a tecnologia solare fotovoltaica.

Si tratta di un mega-progetto in fase avanzata messo a punto dall'assessorato all'Economia. Le schede tecniche delle zone pubbliche dove potrebbero sorgere gli impianti, sono state allegate a un bando-concorso aggiudicato nei giorni scorsi da una commissione esaminatrice allo studio Bordonali Srl di Palermoche realizzera', si apprende dalla Regione ''un progetto o piano con livello di approfondimento pari a quello di un progetto preliminare'' per la realizzazione ''di impianti fotovoltaici di alto pregio paesaggistico ed elevata replicabilita' da realizzarsi in aree di proprieta' o nella disponibilita' della Regione''.

Le centrali avranno una potenza massima aggregata di 50-60 MWp, raggiungibile ''anche attraverso piu' impianti replicabili della potenza minima di 5 MWp per i terreni e di 50kWp per i fabbricati''.

La Regione ha effettuato uno studio di prefattibilità su tre terreni pubblici, dove ''potenzialmente'', come si legge nel bando, potrebbero sorgere le centrali: a Menfi in contrada Gurra Mortelluzze, a Militello Val di Catania, contrada Ambelia, a Ragusa-Molesine.

domenica 1 aprile 2012

Clini: "Uno stop? Rischio autogol e non tagliamo i prezzi"

Fermando lo sviluppo della produzione di energia pulita si rischia "l'autogol e non tagliamo i prezzi", avverte il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, intervistato da un quotidiano nazionale, sottolineando che per abbassare le tariffe "innanzitutto bisogna pulire le bollette eliminando gli oneri impropri'' a partire da quanto paghiamo "il Cip 6, per il nucleare, per gli sconti concessi alle grandi industrie energivore come le acciaierie''.

Per Clini  "mettere in contrapposizione la riduzione della bolletta energetica e il sostegno alle fonti rinnovabili'' è "un errore strategico'' perché "rischieremmo di uscire dal settore delle rinnovabili mortificando la capacità innovativa del Paese, penalizzando l'industria nazionale, aumentando la disoccupazione: sarebbe come abbandonare la telefonia negli anni Ottanta, prima del boom''. Per "alleggerire il costo delle bollette'', aggiunge, "è importante non sbagliare l'intervento inseguendo falsi bersagli'' perché non bisogna dimenticare che ci sono anche "benefici che arrivano alle casse pubbliche proprio dallo sviluppo dell'energia pulita''. Non si possono, insomma, "sottolineare i costi'' e "ignorare i vantaggi in termini di incremento del prodotto lordo, aumento del gettito fiscale, diminuzione del picco diurno della domanda, maggiore occupazione, miglioramento della bilancia commerciale''.

"Bravo Clini, e basta bugie sui costi delle rinnovabili in bolletta. Gli italiani pagano soprattutto la dipendenza dai combustibili fossili e le troppe centrali termoelettriche a mezzo servizio''. Così, Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, interviene oggi in merito all'allarme costi in bolletta sui principali quotidiani. I vantaggi delle tecnologie pulite, rileva, "diventano, invece, sempre più evidenti: abbassano il prezzo dell'elettricità al picco della domanda proprio grazie al solare fotovoltaico, riducono le importazioni grazie a una produzione pari al 26,6% dei consumi elettrici, abbassano i costi legati al protocollo di Kyoto. Invitiamo quindi il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera a leggere con attenzione lo studio della Bocconi che mette in luce i risparmi che gli investimenti nelle rinnovabili produrranno nei prossimi anni, invece di ascoltare solo le solite lobby delle centrali inquinanti''.

"Bene l'intervento del ministro Clini sul tema delle rinnovabili: ne ha sottolineato la strategicità per il sistema Paese e il ruolo fondamentale per arrivare ad un sistema elettrico meno rigido e più articolato che consenta di allentare la dipendenza dell'Italia dalle fonti fossili". Così il senatore Roberto Della Seta, capogruppo Pd in Commissione Ambiente, il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, e Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, comemntano le parole del ministro. "Ben venga, dicono, un 'tagliando' al sistema di incentivazione, ma che sia contestuale all'eliminazione dei costi che ancora immotivatamente si annidano nelle bollette come il Cip6 o gli sconti alle grandi industrie energivore. Sarebbe un errore imperdonabile, concludono, azzoppare il settore delle energie rinnovabili, perché i benefici di medio e lungo periodo che possono garantire, con una maggiore occupazione, export netto dell'industria e una riduzione del prezzo di picco dell'energia, sono stimati nell'ordine di quasi 80 miliardi di euro nei prossimo 20 anni da studi condotti dall'Università Bocconi".